“Noi persone impegnate in difesa della vita, dei diritti e delle libertà, in qualità di avvocati e avvocate di questo paese, ci impegniamo a rimanere al fianco di tutte le persone che sono state uccise, che hanno perduto i propri cari, che hanno visto negati i propri diritti e le proprie libertà, al fianco dei neonati e delle neonate, dei bambini e delle bambine vittime del massacro, della "maestra di scuola Ayşe", degli accademici e delle accademiche, onorevoli e di coscienza, che invocano la pace, e al fianco d'ogni persona che difenda il diritto alla vita, a Şırnak come ad Ankara, a Diyarbakır come a Istanbul, a Reyhanlı, a Gezi, a Suruç, a Sultanahmet e purtroppo forse, domani, anche altrove.
Ci impegniamo a stare gomito a gomito insieme a loro, nei palazzi di giustizia e per le strade, e a continuare la nostra battaglia legale finché giustizia sia fatta per tutti questi crimini perpetrati nei confronti del nostro popolo.
"Ci sono bambini e bambine che muoiono, non rimanete in silenzio": questo gridiamo. Difendiamo l’idea che il coprifuoco in vigore da settimane condanna le persone alla fame e alla sete, al bombardamento delle loro zone di residenza, dei loro cimiteri e luoghi di culto, con carri armati, elicotteri e caccia; l'idea che si tratta di una sistematica politica di massacro e deportazione, dunque di un crimine contro l'umanità.
Vogliamo rendere visibili e noti i crimini contro l'umanità commessi nei confronti del popolo curdo in città come Mardin, Diyarbakır e Şırnak, contro il popolo turco, curdo, arabo, tedesco, e contro i popoli tutti, a Reyhanlı, Gazi, Sultanahmet e Ankara.
Al Presidente della Repubblica, ai Ministri della giustizia, della pubblica istruzione e della sanità, nonché al Consiglio per l'istruzione superiore, ricordiamo che costituisce reato ogni minaccia e insulto di cui siano fatti oggetto gli accademici e le accademiche che invocano "la fine della guerra, perché non si uccidano più i bambini e le bambine", gli operatori e le operatrici dell'istruzione scesi in sciopero, gli operatori e le operatrici della sanità che, fedeli al giuramento d'Ippocrate, difendono [la vita], e tutte le persone che invocano la pace.
La propaganda fascista e razzista e l'istigazione all'odio sono crimini che debbono ricevere punizione. Alla magistratura e al Ministro della giustizia lanciamo un appello urgente a non criminalizzare la libertà d’espressione, le attività sindacali, il dovere di preservare la vita e le invocazioni di pace, e a non ridurre il meccanismo giudiziario a ghigliottina del potere politico. Noi dichiariamo di abbracciare integralmente il testo dell'appello in difesa della pace, dal titolo "Ci dissociamo da questo crimine", lanciato dalle personalità accademiche, e di impegnarci per l'adozione di misure legali contro ogni minaccia rivolta a questi/-e intellettuali, di cui ci assumiamo la difesa legale lungo ogni tappa di questo cammino.
Noi sottoscritti/-e difensori/-e e avvocati/-e ribadiamo che ci uniamo alla voce di ogni persona che dichiari il proprio rifiuto di lasciarsi strumentalizzare in questi massacri, e che saremo onorati/-e di rappresentare in gratuito patrocinio ogni persona che sia bersaglio delle aggressioni armate e delle politiche di oppressione e repressione portate avanti dai media e/o dalle istanze giudiziarie”.
Invitiamo tutti i colleghi e le colleghe italiane ad aderire all’appello degli avvocati e delle avvocate a sostegno degli accademici e accademiche turche, inviando la propria adesione, specificando la nazione ed il foro di appartenenza, all’indirizzo: ortakoluyoruz@ gmail.com
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